RAMALLAH – A poche ore dall’attacco israeliano su Gaza che ha infranto la tregua, causando oltre 400 vittime, Netanyahu ottiene un risultato politico significativo. Itamar Ben-Gvir, un leader molto estremista, ha deciso di sostenere nuovamente il governo, dopo essersi dimesso lo scorso gennaio per opposizione al cessate il fuoco. Questo aveva indebolito la coalizione di governo, lasciando Netanyahu con una maggioranza risicata nella Knesset.
Con il sostegno di Potere Ebraico, Netanyahu si sente ora in grado di far approvare la legge di bilancio in discussione in parlamento. Si ritiene che il suo attacco a Gaza sia motivato da calcoli politici, sia tra i palestinesi che tra gli israeliani. Mohammar Orabi, direttore del media indipendente Wattan, afferma che le giustificazioni ufficiali di Netanyahu riguardo alla mancanza di collaborazione di Hamas per il rilascio degli ostaggi siano false. A suo avviso, il premier israeliano cerca di affrontare la crisi interna, contando anche sul supporto degli Stati Uniti, considerati corresponsabili della violenza.
Anche il quotidiano israeliano Haaretz, attraverso Amos Harel, sottolinea la volontà di Israele di infrangere l’accordo, non rispettando i termini precedentemente concordati, come il ritiro delle forze IDF dal corridoio Philadelphi. Nel contesto di questa crisi interna, emerge il conflitto tra Netanyahu e Ronen Bar, direttore dello Shin Bet, agenzia di intelligence. Netanyahu mira a licenziarlo, un evento senza precedenti nella storia israeliana, con il procuratore generale che solleva dubbi sulla legittimità di tale manovra. Inoltre, il Qatargate, che coinvolge consiglieri di Netanyahu accusati di ricevere fondi dal Qatar, contribuisce alla sua situazione politica precaria.