Francesca Albanese, Relatrice Speciale per i diritti umani nei Territori palestinesi, è nuovamente al centro di polemiche internazionali a seguito della pubblicazione del suo rapporto “From Economy of Occupation to Economy of Genocide”. In questo documento, presentato il 30 giugno 2025, Albanese accusa oltre 1.000 aziende globali di lucrare sulla distruzione della Palestina e denuncia la situazione a Gaza come un genocidio in corso.
Il rapporto chiede agli Stati membri di bloccare la cooperazione economica e militare con Israele, di imporre sanzioni e di disinvestire dalle aziende coinvolte nell’“economia della distruzione”. La reazione degli Stati Uniti è stata immediata e severa: la delegazione americana alle Nazioni Unite ha definito le affermazioni della Relatrice come “pericolose” e “antisemite”, accusandola di demonizzare Israele e legittimare la violenza di Hamas. L’ambasciatrice statunitense, Linda Thomas-Greenfield, ha chiesto formalmente la rimozione di Albanese dall’incarico, sostenuta anche da Israele e altri alleati.
Albanese, in carica dal 2022, è stata oggetto di attacchi e critiche da parte di gruppi pro-Israele e media, che l’hanno accusata di “affermazioni antisemite”. Tuttavia, esperti indipendenti e organizzazioni non governative hanno difeso la Relatrice, ritenendo le accuse infondate e strumentali. Anche tre ex relatori ONU sulla Palestina hanno preso posizione a suo favore.
Nonostante le pressioni, il Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU ha riconfermato il mandato di Albanese fino al 2028, escludendo ogni forma di procedimento disciplinare. Francesca Albanese continua a monitorare la situazione nei Territori palestinesi e rimane una figura controversa nel panorama delle Nazioni Unite, impegnata nella difesa del diritto internazionale.