L’inchiesta su Andrea Sempio è stata archiviata due volte, ritenuta inaffidabile. Il confronto del DNA di Sempio con quello trovati sulle unghie di Chiara Poggi è stato centrale nelle nuove indagini. La prima archiviazione avvenne nel marzo 2017, dopo che investigatori privati avevano ottenuto DNA di Sempio da oggetti smarriti. Il consulente Pasquale Linarello confermò che il profilo genetico corrispondeva a quello trovato sulle unghie di Chiara, affermando che i profili erano utilizzabili a fini investigativi.
Tuttavia, tale affermazione è stata contestata, e la consulenza di Linarello è stata giudicata “radicalmente priva di attendibilità” dal giudice Fabio Lambertucci. Gli esperimenti di laboratorio avevano prodotto risultati incoerenti, rendendo impossibile un confronto valido. Risultò che il DNA non era attribuibile a Sempio né ad altri, e la consulenza venne considerata suggestiva, ma priva di valore scientifico. Il giudice ipotizzò che il DNA di Sempio potesse aver contaminato le unghie di Chiara attraverso oggetti comuni utilizzati insieme, come un computer.
Sebbene l’archiviazione avesse escluso il DNA di Sempio come elemento incriminante, si è riaperta la questione in seguito alla nuova indagine della Procura di Pavia. Nel 2020, un’altra inchiesta su Sempio fu archiviata dopo aver esaminato ulteriormente il DNA e altre evidenze, ma senza nuovi sviluppi significativi. L’ipotesi di un possibile secondo colpevole fu respinta, affermando che nessuna prova supportava l’esistenza di complici.
