Il mese di gennaio appena concluso è stato il più caldo mai registrato, con temperature superiori di 1,75 °C rispetto alla media del periodo 1850-1900, superando il precedente record di 1,7 °C stabilito nell’anno scorso. Nonostante le previsioni indicassero un raffreddamento per il 2025, grazie all’emergere di La Niña nell’Oceano Pacifico, i dati suggeriscono che gennaio non ha mostrato questa tendenza. L’analisi di Zeke Hausfather, scienziato del clima, sottolinea l’anomalia del nuovo record rispetto alle aspettative di una diminuzione delle temperature globali post El Niño, evidenziando l’insolito andamento climatici di questo mese.
Secondo Adam Scaife del Met Office, le elevate temperature observed sono inusuali e contrarie alle previsioni. Diverse potrebbero essere le cause di questo fenomeno, inclusi cambiamenti nelle condizioni atmosferiche, una riduzione dell’inquinamento da aerosol e il vapore acqueo presente nell’atmosfera a causa dell’eruzione vulcanica dell’Hunga Tonga-Hunga Haapai nel 2022. Scaife menziona anche una possibile diminuzione della copertura nuvolosa sugli oceani come un effetto collaterale del riscaldamento, definendolo una “possibilità preoccupante”.
Tuttavia, egli avverte di non dare troppo peso ai dati di un singolo mese e invita a osservare l’andamento nei mesi successivi. La previsione del Met Office secondo cui il 2025 sarà probabilmente più fresco del 2024 rimane valida. In sintesi, questi eventi climatici sollevano preoccupazioni, ma è necessario un monitoraggio continuo per comprendere le dinamiche in corso.
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