A Genova, la battaglia per il candidato sindaco del centro-sinistra si è rivelata complicata e inaspettata. Dalla sconfitta di Marco Bucci otto anni fa, il centro-sinistra ha cercato di riconquistare questa “roccaforte rossa”, contando su trentamila voti di vantaggio conquistati nelle ultime regionali. Si sono alternati diversi nomi, da giovani del PD a figure più consolidate come Roberta Pinotti, ex ministro della Difesa, ma molti di loro sono rimasti solo proposte. Anche i civici come Francesca Balzani e Sara Armella si sono aggiunti al dibattito, mentre il vecchio apparato del PD cercava di rimanere visibile.
Dietro questa danza di nomi, però, si celano manovre e influenze di potere significative, con figure storiche del partito pronte a dettare la linea. In questo contesto di confusione, emerge l’idea di candidare Albero Pandolfo, un neo deputato che sembrava riluttante a tornare per la campagna elettorale locale. L’affrontare il panorama politico genovese è ulteriormente complicato da una campagna del centro-destra già avviata, con il candidato Pietro Piciocchi, ex vicesindaco di Bucci.
Tra i colpi di scena, la candidatura di Silvia Salis, ex atleta olimpica, ha riacceso l’entusiasmo, ma ha anche creato conflitti d’interesse e discussioni. Salis ha accettato di candidarsi, mentre il centro-sinistra si ritrova a fronteggiare una situazione in rapida evoluzione, con ogni giorno che riserva nuove sorprese. La lotta per il sindaco di Genova promette di essere non solo politica, ma anche profondamente simbolica, riflettendo le ambizioni e le divisioni interne del partito.