Ivan Raimo, addestratore certificato dell’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana, analizza l’aggressione di un pitbull a una bambina di nove mesi ad Acerra, suggerendo che possa essere stata causata dalla possessività dei proprietari. Molti proprietari fraintendono l’affetto del cane, considerandolo una dipendenza emotiva, mentre il cane li vede come risorse da difendere. Raimo sottolinea che l’aggressività non è intrinsecamente legata alla razza, ma piuttosto alla gestione e alla selezione genetica. Il pitbull, infatti, non era originariamente aggressivo verso gli esseri umani, ma accoppiamenti incontrollati hanno portato a cani instabili.
L’addestratore racconta di diversi casi di riabilitazione, inclusi cani che avevano sviluppato comportamenti problematici a causa di esperienze negative. Un pitbull, tenuto in casa per due anni e mezzo, mostrava aggressività per paura, ma dopo un percorso di riabilitazione di quattro mesi, è riuscito a passeggiare serenamente. Altri cani sono stati rieducati canalizzando la loro energia su oggetti piuttosto che su persone o altri animali.
Raimo propone l’idea di un patentino per i proprietari, a condizione che sia strutturato correttamente e che preveda una formazione pratica. Osserva che in Italia chiunque può acquistare un pitbull senza preparazione adeguata, contrariamente a paesi come Germania e Svizzera, dove esistono percorsi formativi obbligatori per chi adotta razze impegnative. Conclude evidenziando che per prevenire tragedie future, è necessaria una selezione genetica controllata e una maggiore responsabilità da parte dei proprietari.
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