Vivere con un disturbo bipolare è paragonabile a un’altalena, con oscillazioni tra stati di euforia e depressione. Questo disturbo psichiatrico colpisce tra l’1 e il 2% della popolazione italiana, circa 120 mila persone. Il 30 marzo si celebra la Giornata Mondiale del Disturbo Bipolare. Si manifesta con fasi maniacali, caratterizzate da euforia, e fasi depressive. Esistono due tipi di disturbo bipolare: il tipo 1 presenta fasi maniacali complete, mentre il tipo 2 include solo ipomaniacali, accompagnate da fasi depressive.
Le cause del disturbo non sono completamente chiare, ma recenti studi suggeriscono che alterazioni cerebrali e connettività neuronale possano essere coinvolte. È noto che il disturbo può insorgere in qualsiasi fase della vita, spesso in giovane età, ma molte volte non viene riconosciuto o diagnosticato tardivamente. In Italia, circa il 60% delle diagnosi risulta errato, complicando il trattamento adeguato.
La diagnosi è difficile perché i pazienti cercano aiuto prevalentemente durante la fase depressiva, mentre durante quella maniacale tendono a non percepire il problema. Ciò può portare a confondere il disturbo bipolare con la depressione.
Per migliorare la diagnosi, è essenziale un’anamnesi approfondita, che coinvolga anche i familiari. Le terapie includono antipsicotici e stabilizzatori dell’umore, da assumere sotto controllo medico per prevenire episodi futuri. Inoltre, la psicoeducazione è fondamentale per aiutare i pazienti a comprendere la loro condizione e favorire l’aderenza ai trattamenti. Questi interventi insieme ai farmaci possono migliorare significativamente la qualità della vita delle persone affette da disturbo bipolare.