di Marta Ottaviani
ROMA
A una settimana dallo scoppio della guerra tra Israele e Iran, il presidente americano Donald Trump ha lanciato un ultimatum: la Repubblica Islamica deve arrendersi senza condizioni, altrimenti "buona fortuna" all’ayatollah Khamenei. Le sue parole sono state definite come l’ultimatum finale.
Negli ultimi giorni, si è diffusa l’indiscrezione che gli Stati Uniti possano intervenire direttamente nel conflitto per sostenere Israele, un passo che potrebbe provocare una grave escalation e irritare Russia e Cina. Mosca ha avvertito che un intervento americano destabilizzerebbe il Medio Oriente. Secondo il Wall Street Journal, gli USA avrebbero già preparato i piani d’attacco, ma non hanno ancora dato ordine di attacco. La portaerei USS Ford Carrier Strike Group sarà dispiegata in Medio Oriente, portando a tre il numero di navi da guerra statunitensi nell’area. Trump ha dichiarato di essere in contatto quotidiano con il premier israeliano Netanyahu e ha menzionato la possibilità di negoziati, dato che Teheran risulterebbe indebolita dai bombardamenti israeliani.
La reazione di Teheran è stata immediata. La missione iraniana all’Onu ha negato di aver mai chiesto negoziazioni, denunciando le affermazioni di Trump come bugie. Nel frattempo, la Guida Suprema Ali Khamenei ha accusato Israele di aver commesso un grave errore e ha avvertito che qualsiasi intervento militare porterebbe a danni irreparabili.
Le tensioni continuano con il lancio di razzi e droni da entrambe le parti, e la popolazione iraniana sta soffrendo maggiormente. Teheran ha annunciato il lancio di missili ipersonici verso Israele, mentre Tel Aviv prosegue attacchi che hanno colpito le infrastrutture iraniane.
Elaborazione AI: RassegnaNotizie.it
Fonte: www.quotidiano.net