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venerdì – 14 Novembre 2025

Guinea-Bissau verso elezioni decisivo

Il Partito africano per l’indipendenza della Guinea e di Capo Verde e PAI-Terra Ranka hanno scelto Fernando Dias da Costa come candidato per le elezioni presidenziali del 23 novembre. Questa scelta sembra essere l’unica possibilità per estromettere il presidente Umaro Sissoco Embalò, che in passato ha dimostrato di essere contrario ai processi elettorali.

Inizialmente il PAIGC e PAI-Terra Ranka avevano scelto di candidare Domingos Simões, leader storico e presidente del PAIGC, ma è stato escluso dalla corsa elettorale da una sentenza del Tribunale supremo.
Ogni alternativa è allora utile per impedire al governo autoritario di Embalò di consolidarsi, compresa quella di da Costa.

Fernando Dias da Costa è presidente del Partito di rinnovamento sociale, nato nel 1992, e in larga misura formato da scissionisti del PAIGC. Durante l’ultima legislatura il partito è andato incontro a una scissione: un troncone ha sostenuto Embaló, e un altro si è schierato con da Costa.

Il vantaggio di quest’ultimo è di aver sempre mantenuto un profilo di estremo equilibrio e dialogo, anche nei momenti più bui del mandato di Embaló. Un esempio è stato il tentativo di mediare fra il presidente e Simões Pereira durante lo scontro sulla data delle elezioni.

In quella occasione il candidato alla presidenza ha mostrato un senso delle istituzioni che appare come merce rara nella Guinea-Bissau di oggi. Questo profilo lo rende votabile anche per i più recalcitranti fra gli iscritti e simpatizzanti del PAIGC.

Il PAIGC ha già iniziato una forte mobilitazione per convincere i propri elettori a votare per da Costa, il quale ha promesso di restaurare l’ordine costituzionale più volte violato da Embaló. Anche l’Alleanza patriottica inclusiva ha deciso di sostenere la candidatura di da Costa, rendendolo un candidato forte, con elevate probabilità di avere la meglio sul presidente Embaló.

Tuttavia, alcuni esponenti di punta della società civile locale hanno delle perplessità, considerando che sconfiggere una dittatura alle urne è una missione impossibile. La salvezza non potrà venire neanche dalla comunità internazionale, comprese l’Unione europea e la Francia con cui Embalò ha instaurato ottimi rapporti.

La Guinea-Bissau si appresta a vivere elezioni decisive, che determineranno non solo chi guiderà il paese per i prossimi cinque anni, ma anche la strada che il paese intende intraprendere. C’è quella battuta da Angola, Mozambico o Tanzania, con elezioni poco trasparenti e un clima sempre più autoritario, o quella del rispetto dei principi costituzionali e di separazione dei poteri che farebbero tornare il paese nell’alveo delle democrazie africane.

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