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venerdì, 13 Dicembre, 2024
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I mille volti di Impagnatiello: Narciso, scacchista e assassino di Giulia Tramontano

Alessandro Impagnatiello è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, incinta di sette mesi. La sentenza è stata pronunciata in un’aula affollata dalla famiglia di Giulia proprio in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Il processo, iniziato a gennaio e conclusosi dopo 13 udienze, ha rivelato la brutalità della crime: Impagnatiello ha accoltellato Giulia 37 volte, principalmente al collo e al torace.

Durante le udienze, la madre di Giulia ha espresso il proprio dolore, sottolineando che non c’era spazio per la vendetta, solo per la perdita. I giudici hanno confermato la premeditazione e la crudeltà del gesto, oltre ad aggravanti come l’interruzione di gravidanza non consensuale e l’occultamento di cadavere. Impagnatiello dovrà scontare anche un periodo di isolamento e risarcire i familiari di Giulia.

La brutale confessione di Impagnatiello ha rivelato dettagli inquietanti; dopo aver ucciso la fidanzata, ha tentato di bruciare il corpo e, nei mesi precedenti, aveva anche cercato di avvelenarla. La sua condotta di “agguato” e i tentativi di occultamento hanno ulteriormente aggravato la sua posizione. Durante il processo, è emerso che l’imputato era stato descritto come capace di intendere e volere, con caratteristiche narcisistiche e psicopatiche.

Alla lettura della sentenza, la famiglia di Giulia ha vissuto un momento di liberazione, nonostante il dolore immenso per la perdita. Il avvocato ha sottolineato che il riconoscimento della responsabilità di Impagnatiello rappresenta una forma di giustizia. La sorella di Giulia ha lanciato un appello affinché si faccia di più per prevenire la violenza contro le donne, sottolineando che queste situazioni devono essere affrontate prima che si verifichino tragedie simili.

Questa condanna rappresenta una conclusione che, sebbene dolorosa, è considerata una risposta adeguata da parte della giustizia per un crimine così efferato. La famiglia spera che la sentenza possa servire come un monito per combattere la violenza di genere e proteggere le future vittime.

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