Il movimento BDS, costituito da associazioni della società civile e politica palestinese, ha lanciato un appello al boicottaggio di Microsoft, in particolare della sua piattaforma Xbox, accusando l’azienda di complicità con il genocidio dei palestinesi nella Striscia di Gaza. Secondo l’annuncio ufficiale della campagna, Microsoft è descritta come l’azienda tecnologica più coinvolta nel regime di apartheid di Israele e nella violazione dei diritti umani.
L’accusa si basa su presunti legami dell’azienda con l’esercito israeliano e con il governo di Israele, nonché sul suo ruolo nel sistema carcerario noto per la tortura dei palestinesi. Microsoft, si sostiene, fornisce tecnologie avanzate, come l’intelligenza artificiale e servizi cloud Azure, utilizzate per gravi violazioni dei diritti umani, inclusi crimini di guerra e genocidio. L’appello al boicottaggio sottolinea che la tecnologia fornita da Microsoft è fondamentale per supportare le operazioni militari israeliane contro la popolazione palestinese.
Si citano anche le decisioni della Corte Internazionale di Giustizia, che hanno condannato le azioni di Israele come illegali. Il comunicato esprime la possibilità di responsabilità penale per i dirigenti di Microsoft a causa della loro presunta complicità. In questo contesto, il boicottaggio di Xbox diventa un simbolo della protesta contro le pratiche aziendali di Microsoft, con il marchio della console che è facilmente riconoscibile, in particolare tra i giovani. L’obiettivo finale è di esercitare pressione affinché l’azienda riveda il suo coinvolgimento con Israele alla luce delle attuali violazioni dei diritti umani.