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lunedì, 16 Giugno, 2025
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Il Carnefice Libico in Libertà: Al-Masri già a Tripoli e l’Italia sul Banco degli Imputati

La liberazione di Njeem Osama Elmasry Habish, noto come ‘Almasri’ e capo della polizia giudiziaria libica, ha sollevato forti polemiche a livello internazionale. Arrestato a Torino su ordine della Corte penale internazionale per i crimini di tortura contro migranti nel carcere di Mitiga, è stato rilasciato per un presunto vizio di forma, ossia la mancata comunicazione al ministero competente. Le opposizioni italiane chiedono chiarimenti al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sottolineando che l’errore procedurale ha portato alla sua immediata scarcerazione da parte della Corte di Appello di Roma.

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, aveva disposto l’espulsione degli individui collegati ad Almasri, ma nonostante ciò, il torturatore è tornato in Libia. Questa situazione evidenzia i complessi rapporti tra il governo italiano e le autorità libiche, in un contesto in cui l’Italia sembra scambiare risorse per il fermo di migranti da parte di milizie armate.

Le dichiarazioni di Nordio, che aveva comunicato di valutare l’invio della richiesta della Corte penale internazionale, hanno scatenato reazioni critiche da parte di diversi politici, tra cui Matteo Renzi e Elly Schlein, esprimendo sconcerto per la decisione di rilasciare Almasri. Amnesty International ha definito “scandaloso” il rimpatrio di una persona ricercata dalla Corte, mettendo in risalto l’obbligo dell’Italia di collaborare con la giustizia internazionale. La situazione resta inquietante, con molti che chiedono responsabilità da parte del governo italiano riguardo alla scarcerazione e al successivo rilascio del torturatore.

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