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martedì, 10 Dicembre, 2024
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Il carro armato italo-tedesco: un passo fondamentale per la difesa europea

La joint venture tra Leonardo e Rheinmetall, annunciata il 15 ottobre, rappresenta un passo significativo nell’ambito della difesa europea, mirando a sviluppare veicoli da combattimento altamente digitalizzati capaci di interagire con i satelliti e prendere decisioni rapide grazie all’Intelligenza Artificiale. L’accordo, presentato a Roma, è stato descritto dal CEO di Leonardo, Roberto Cingolani, come il primo passo verso un concetto di difesa europeo. La joint venture, la prima del suo genere, ha l’obiettivo di creare una struttura che favorisca un sistema di difesa europeo più coordinato. Cingolani ha enfatizzato l’importanza di un’alleanza tra grandi aziende europee per competere con i giganti americani e cinesi, riducendo al contempo le duplicazioni e le inefficienze nel settore.

In questo contesto, non si limita solo alla cooperazione tra paesi membri dell’UE, ma si apre anche a nazioni alleate al di fuori dell’Unione, come dimostra il programma GCAP per la produzione di caccia di sesta generazione con Bae Systems e Mitsubishi. Cingolani ha sottolineato la necessità di approcci a lungo termine e di investimenti significativi per garantire la sicurezza del continente e delle future generazioni.

La nuova società, Leonardo Rheinmetall Military Vehicles, sarà legalmente costituita nel prossimo trimestre, avrà sede a Roma e un centro produttivo a La Spezia. Il focale sviluppo riguarderà la produzione del nuovo Main Battle Tank italiano e della piattaforma Lynx, parte di un investimento di 20 miliardi destinato a rinnovare i sistemi di trasporto della fanteria nel prossimo decennio.

Cingolani ha dichiarato che la piattaforma proposta sarà tra le migliori al mondo, mirando a stabilire un nuovo standard nel settore. La digitalizzazione composta da una comunicazione fluida tra veicoli e altre piattaforme, include l’uso di droni per la ricognizione e un approccio di interoperabilità nell’ambito della difesa multidominio.

Cingolani e Papperger hanno affrontato anche i timori relativi alla vulnerabilità del sistema satellitare, rassicurando che i sistemi ibridi utilizzati offrono una certa ridondanza, riducendo il rischio di incapacità operativa. Sebbene ci sia sempre un operatore, i sistemi moderni sono progettati per funzionare in modo resiliente e coordinato nel contesto complesso delle battaglie future.

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