Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha dichiarato che Najeem Osema Almasri è stato rilasciato a causa della sua pericolosità e per ragioni di sicurezza. Almasri, capo della polizia giudiziaria libica, arrestato a Torino per crimini di guerra e contro l’umanità, è stato liberato dopo che la Corte d’Appello di Roma ha disposto l’immediata scarcerazione, ritenendo l’arresto irrituale. Successivamente, è stato rimpatriato in Libia con un volo di Stato italiano. Piantedosi ha spiegato che l’espulsione era la misura più appropriata per garantire la sicurezza dello Stato. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha sottolineato l’indipendenza del governo dall’influenza esterna, sostenendo che le decisioni sono state prese nel rispetto del diritto.
Almasri è accusato di crimini gravi, compresi stupri e torture, e un mandato di arresto è stato emesso dalla Corte Penale Internazionale. Dopo l’arresto, la Procura di Roma ha segnalato un errore procedurale per la mancanza di comunicazioni con il ministro della Giustizia, causando il rilascio di Almasri. La situazione ha aperto un contenzioso con la Corte Penale, mentre l’opposizione politica ha accusato il governo di aver ignorato le procedure giuridiche a favore di scelte politiche, collegando il tutto ai rapporti tra Italia e Libia sulla gestione dei migranti.
La Corte Penale ha criticato l’Italia per non aver consultato l’organo internazionale prima del rilascio di Almasri, evidenziando la necessità di cooperazione tra Stati. La vicenda ha avuto un impatto politico significativo, sollevando interrogativi sulla responsabilità del governo e sulla gestione dei diritti umani. La prossima settimana, Piantedosi riferirà in aula, mentre le opposizioni chiedono chiarimenti anche da parte della presidente del Consiglio.