Il comico Maurizio Crozza potrebbe trovarsi in crisi, non per mancanza di talento, ma perché la realtà ha superato la satira. Oggi, per far ridere, basterebbe ripetere le dichiarazioni dei politici, poiché la politica ha esposto il suo lato grottesco con una schiettezza inaspettata. Questo ha reso difficile per Crozza – che ha sempre utilizzato l’ironia per smascherare l’ipocrisia – affrontare una situazione in cui il potere si mostra in modo tragicamente comico.
Negli ultimi tempi, la politica sembra aver rubato i copioni della satira, lasciando il pubblico attonito di fronte a dichiarazioni e gesti che sembrerebbero fantastici. Un esempio eloquente è lo scontro recente tra Trump e Zelensky alla Casa Bianca, dove la comunicazione politica si presenta spogliata di eufemismi e maschere. Tuttavia, questa apparente schiettezza non si traduce necessariamente in chiarezza, poiché l’era degli slogan elettorali sembra essere finita e ora le parole dei leader devono essere in grado di generare azioni concrete.
In questo contesto di stupefazione, non si tratta solo di impotenza, ma anche di un crescente fanatismo che pervade l’opinione pubblica, dove il linguaggio diventa dogmatica e le posizioni politiche si irrigidiscono. Ogni dichiarazione diventa una trincea, e la realtà viene distorta per adattarsi alle narrative prevalenti. La latenza attuale non equivale a indifferenza, ma rappresenta un’attesa carica di possibilità, un periodo di elaborazione prima di una nuova risposta. In questo silenzio denso potrebbe risiedere la speranza per un futuro più sereno.