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sabato, 8 Febbraio, 2025
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Il Delitto di Matteotti: Scritti di Nenni

Il fascismo rappresenta un opposto del Risorgimento, un movimento di unificazione e assimilazione. Pietro Nenni, nel 1924, scrisse che il fascismo causò una profonda divisione tra le classi, accompagnata da un odio crescente. La sua opera, ‘L’assassinio di Matteotti’, raccoglie considerazioni sul delitto di Matteotti, valutato come un crimine di Stato con complicità di Mussolini. Nenni, costretto all’esilio nel 1926 a causa delle persecuzioni fasciste, ricorda le sue esperienze passate con Mussolini, sottolineando che entrambi furono un tempo compagni di carcere per la loro opposizione alla guerra in Libia.

Nenni spiega che il fascismo si rifugiò nella vendetta personale, alimentando conflitti locali. Anche se i fascisti invocavano i diritti della rivoluzione, Nenni richiamava i diritti della giustizia, denunciando la mancanza di un vero Stato. Le minacce a Matteotti erano costanti, culminando nel giorno della sua uccisione, durante il quale la sicurezza pubblica fallì nel proteggerlo.

Secondo Nenni, l’opposizione deve unirsi temporaneamente per affrontare la lotta contro il fascismo, anche se ogni gruppo alla fine seguirà percorsi diversi. Esprime tre doveri per l’opposizione: vigilare sul processo di Matteotti, continuare la lotta con determinazione e comportarsi come un vero Stato contro la dittatura.

Conclude affermando che, sebbene la lotta sarà difficile e lunga, le opposizioni possono considerarsi già vittoriose nel loro intento di abbattere la dittatura e ottenere giustizia. Il 3 gennaio 1925, Mussolini assunse pubblicamente la responsabilità degli eventi recenti, incluso il delitto Matteotti.

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