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domenica, Novembre 3, 2024
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Il dossieraggio su di me ha avuto inizio con il governo Draghi

Puntuale come ogni anno, il nuovo libro di Bruno Vespa include interviste ai protagonisti della politica italiana, tra cui la premier Giorgia Meloni. In questo volume, pubblicato da Mondadori con Rai Libri, Meloni affronta diversi temi attuali nella politica italiana. Riguardo alla legge elettorale, afferma che è un tema di competenza parlamentare e critica i governi che cercano di modellare la legge a favore dei propri interessi. Sottolinea la sua disponibilità al dialogo, ma riferisce che è difficile farlo quando un partito democratico si oppone alle riforme necessarie.

Meloni argomenta che chi è scelto dal popolo deve avere la possibilità di governare in un orizzonte di legislatura chiaro e definito.

La premier ha celebrato il suo secondo anniversario di governo mentre risponde a critiche da parte della sinistra. Sostiene che gli italiani meritano di poter eleggere direttamente il presidente del Consiglio, distaccando questo potere dalle dinamiche politiche interne.

Quando Vespa le chiede delle voci che la vorrebbero in cerca di elezioni anticipate, Meloni smentisce queste affermazioni, prendendo le distanze dalla stampa che, secondo lei, non racconta i fatti con obiettività ma punta a creare narrazioni. A proposito del dossieraggio sui conti bancari della sorella Arianna, Meloni racconta un episodio significativo: quando la sorella ha mostrato il suo estratto conto, evidenziando che il suo saldo ammontava a soli 2.100 euro. Questo, secondo Meloni, dimostra l’inutilità degli attacchi contro di lei e la sua famiglia, poiché colpire Arianna significa colpire anche lei.

La premier menziona le indagini relative al dossieraggio, indicante che tali attacchi sono iniziati durante il governo Draghi, quando si presumeva potesse assumere un ruolo di governo. Meloni auspica che la magistratura indaghi approfonditamente, suggerendo che, nella migliore delle ipotesi, questa attività ha origini estorsive, e nella peggiore, potrebbe configurarsi come un reato di eversione. Conclude affermando che nessuno Stato di diritto può tollerare simili comportamenti.

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