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venerdì, 25 Aprile, 2025
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Il Fascino di New York: L’Amore di Pasolini per la Grande Mela

Pierpaolo Pasolini, intellettuale marxista, esprime un forte desiderio di vivere a New York nel 1966. In visita per un festival cinematografico, si mostra entusiasta per l’autenticità e la vitalità dei giovani americani coinvolti nella lotta contro la guerra in Vietnam. A differenza di altri, come Céline, Pasolini è colpito dalla sincerità degli intellettuali americani e osserva il potere delle nuove generazioni. I grattacieli non lo impressionano, mentre l’energia politica e culturale urbana lo affascina.

Pasolini riscontra una realtà contraddittoria: l’America è sinonimo di sogni e idealismo, ma anche di imperialismo e consumismo. Elogia la gioventù attivista, paragonandola alla Resistenza europea, e critica il moralismo stalinista che condanna i contestatori. Il suo ideale di America è ricolmo di speranza; tuttavia, con il passare del tempo, inizia a percepire un decadimento culturale e sociale, specialmente dopo il 1969.

Il poeta italiano è anche un osservatore del mondo sportivo. Pur non trovando il calcio negli Stati Uniti, è affascinato dal basket nei quartieri afroamericani e dall’importanza di questo sport come strumento di emancipazione. Pasolini è consapevole che lo sport non è solo divertimento, ma un mezzo di identità collettiva e individuale. La sua esplorazione dell’America si rivela un viaggio complesso, fatto di entusiasmo e disillusione, che gli pone sfide esistenziali mentre cerca di riconciliare il passato con un presente vibrante e rivoluzionario.

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