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giovedì, 19 Giugno, 2025
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Il Governo Deciderà sui Reati

Il primo passo verso la riforma costituzionale che prevede la separazione delle carriere dei magistrati è stato approvato dalla Camera, suscitando entusiasmo tra i sostenitori di Silvio Berlusconi. La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha sottolineato che questa riforma porterà a una giustizia più equa ed efficiente, ritenendo necessaria una distinzione tra chi giudica e chi accusa. Tuttavia, è interessante notare che questa proposta è stata già inserita nel “Piano di rinascita democratica” di Licio Gelli, legando così la riforma a un contesto storico controverso.

La riforma ha trovato consenso anche tra il pubblico, con l’opinione diffusa che l’attuale situazione favorisca una “promiscuità” tra giudici e pubblici ministeri, compromettendo l’equilibrio tra accusa e difesa. Si suggerisce una separazione geografica e funzionale, con il reclutamento distinto dei magistrati, per evitare incontri tra le figure coinvolte nel processo. Tuttavia, alcuni critici, come il Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Giuseppe Santalucia, hanno avvertito che i magistrati già svolgono funzioni distinte e che la separazione proposta non è necessaria.

In passato, il passaggio tra funzioni giudicanti e requirenti era vietato, e Santalucia sostiene che la separazione delle funzioni, non delle carriere, è sufficiente per garantire un giusto processo. La riforma è inoltre vista con scetticismo, poiché non esiste stata una denuncia formale della Corte Costituzionale sull’attuale organizzazione, né l’ipotesi di un giudice terzo può giustificare la separazione di ordini giudiziari che rimarrebbero comunque afferenti allo stesso sistema.

Alcuni sostenitori della separazione hanno definito il pubblico ministero come un “avvocato dell’accusa”, ma trascurano che il PM persegue l’azione penale nell’interesse della legge, non di uno Stato come entità giuridica. Inoltre, la proposta di cambiare i limiti dell’azione penale per rispondere a scelte politiche minerebbe principi fondamentali di uguaglianza e indipendenza.

In conclusione, molti esprimono dubbi sul fatto che la separazione delle carriere garantisca una giustizia più equilibrata e indipendente. Critici come Giovanni Maria Flick e Giulia Bongiorno enfatizzano che tale riforma non accelererà i processi e potrebbe indebolire il ruolo del pubblico ministero, senza contribuire a realizzare l’ideale di giustizia che molti auspicano.

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