Sulla terra dei fuochi in Campania, negli ultimi dieci anni, sono state attuate diverse azioni per il risanamento ambientale e per proteggere la salute dei cittadini, coinvolgendo tutti i livelli istituzionali. Tuttavia, il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha riconosciuto che quanto fatto finora non è sufficiente e che è necessaria una maggiore rapidità nelle azioni di risanamento, come evidenziato dalla sentenza della Corte europea. La Corte ha condannato l’Italia per la mancanza di tempestività nelle misure adottate prima del decreto-legge 136 del 2013, considerato il primo intervento nazionale contro l’inquinamento della terra dei fuochi. Solo grazie a questo decreto le autorità italiane hanno avviato la mappatura per rilevare la presenza di contaminanti legati a scarichi illegali e smaltimenti abusivi, nonostante il problema fosse noto da decenni.
Il D.L. 136/2013 ha normato le indagini per mappare i terreni agricoli in Campania, al fine di accertare la contaminazione dovuta a sversamenti. Questa attività è necessaria per identificare i terreni non idonei alla produzione agroalimentare. È stato costituito un gruppo di lavoro interministeriale per svolgere indagini nei siti a rischio. Il ministro ha informato della valutazione in corso con l’Avvocatura dello Stato riguardo a un possibile ricorso alla Grande Camera della CEDU, sulla quale è necessaria un’azione immediata da parte di tutte le istituzioni coinvolte. Infine, le prossime azioni del Ministero saranno caratterizzate da una forte collaborazione istituzionale, con l’obiettivo di monitorare gli interventi di emergenza ambientale e prevenire danni ambientali in Campania.