Il governo italiano ha approvato un nuovo provvedimento per gestire i flussi migratori, consentendo l’ingresso di 500.000 lavoratori regolari nel paese nei prossimi tre anni. La decisione è stata formalizzata durante il Consiglio dei ministri del 30 giugno, attraverso un Dpcm che stabilisce modalità e quote per l’assunzione di personale non comunitario.
Il provvedimento mira a soddisfare le necessità del mercato del lavoro italiano, permettendo l’ingresso di manodopera fondamentale per l’economia nazionale, altrimenti difficilmente reperibile. La nota ufficiale sottolinea l’importanza di un sistema di immigrazione legale e monitorato, che contribuisce a migliorare il dialogo con i Paesi di origine e a contrastare fenomeni di irregolarità come il lavoro sommerso.
Per il solo anno 2026, sono previsti 164.850 ingressi autorizzati. Nel corso del triennio, il totale sarà di 497.550 unità, suddivise in 230.550 per lavoro subordinato non stagionale e autonomo, e 267.000 per lavoro stagionale in settori come agricoltura e turismo. Le quote sono state elaborate tenendo conto delle richieste avanzate dalle parti sociali e delle domande di autorizzazione al lavoro presentate negli anni precedenti, per garantire una programmazione adatta alle reali esigenze delle imprese.
Infine, il governo ha manifestato la volontà di incentivare ingressi extra quota, con l’obiettivo di ridurre progressivamente il sistema del ‘click day’. Tale ridimensionamento riguarderà in particolare i profili professionali più richiesti dai datori di lavoro e promuoverà la formazione per i lavoratori nei Paesi di origine.