La privatizzazione dell’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, sta giungendo alla conclusione. Domani scadono i termini per le offerte di acquisto da parte di tre gruppi: Baku Steel Company, Jindal International e Bedrok. I commissari del Mimit aspettano integrazioni e chiarimenti riguardo le offerte. Si ritiene che Baku Steel possa emergere vincitore, avendo migliorato la propria offerta economica a un miliardo di euro, suddivisa tra valore del magazzino e della società, e proposta occupazionale. Baku potrebbe assumere 7.800 persone, meno rispetto alle 9.773 attualmente in organico, mentre Jindal si fermerebbe a 6.000. Inoltre, l’offerta di Jindal sugli impianti non avrebbe soddisfatto le aspettative.
La situazione è complessa e il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha rassicurato l’arcivescovo di Taranto, Ciro Miniero, sull’impegno del governo a garantire un futuro industriale solido per la città, promuovendo sostenibilità ambientale e innovazione. Baku Steel, attiva dal 2011, è la principale acciaieria moderna del Caucaso, producendo vari prodotti e con ricavi di 218,3 milioni di euro nel 2022.
Baku Steel è supportata dall’Azerbaijan Investment Company Ojsc, che investe nel settore non petrolifero. Nel frattempo, il sindacato Usb ha segnalato ritardi nei pagamenti della cassa integrazione per i lavoratori dell’Ilva, nonostante i dipendenti in Amministrazione Straordinaria non abbiano ricevuto le indennità per gennaio. Quasi 1.700 lavoratori a Taranto e Genova attendono i pagamenti da un regime di ammortizzatori sociali in vigore da oltre sei anni.