L’ex primario dell’ospedale Santa Chiara di Trento, Saverio Tateo, e la sua vice, Liliana Mereu, sono stati assolti dalle accuse di maltrattamenti nei confronti del personale del reparto, dal gup del Tribunale di Trento, Marco Tamburrino, che ha stabilito che “il fatto non sussiste”. L’accusa, rappresentata dalla pm Maria Colpani, aveva chiesto per entrambi una pena di oltre quattro anni per maltrattamenti continuati ai danni di 21 operatori tra medici, infermieri e ostetriche, 10 dei quali si erano costituiti parte civile. Tra le parti offese c’era anche Sara Pedri, la ginecologa scomparsa nel marzo del 2021, il cui caso ha suscitato grande attenzione nell’opinione pubblica e ha messo in crisi la sanità trentina.
All’udienza finale, l’avvocato Nicola Stolfi, difensore di Tateo, ha espresso soddisfazione per l’assenza di contestazioni significative, sottolineando la serenità del confronto. L’udienza si è svolta in camera di consiglio, alla presenza degli imputati. Stolfi ha evidenziato che l’argomento è stato trattato in modo esaustivo, toccando tutti i punti presi in considerazione nella difesa.
Il caso di Sara Pedri ha avuto un impatto profondo, sollevando interrogativi e preoccupazioni riguardo la situazione lavorativa all’interno dell’ospedale e l’organizzazione del servizio sanitario in Trentino. L’assenza di sviluppi nella ricerca di Pedri, la cui scomparsa rimane un mistero, ha contribuito a gettare ombre sulla questione del benessere del personale medico e sull’ambiente di lavoro in tale istituto.