Nel 1898, Clementina Martello inizia a scrivere a soli 16 anni, creando racconti in vari angoli della casa. La sua scrivania è riservata al padre, e le donne raramente vi entrano. Clementina crea nella sua immaginazione un legame con quella stanza, tanto che, dopo il matrimonio nel 1910, il marito le riserva uno spazio personale dove può scrivere e studiare. Tuttavia, nel 1916 la vita le porta via molto: rimane vedova e la responsabilità della famiglia ricade su di lei. Si ritrova nello studio di suo padre, assumendo il controllo della sua vita e della sua casa.
Clementina inizia a insegnare ai suoi figli e ad altri ragazzi della città, nonostante le difficoltà. La sua determinazione la porta a diventare un’insegnante rispettata, accogliendo sia ragazzi che ragazze nella sua aula improvvisata. Crede fermamente che l’istruzione sia la chiave per il successo e la libertà delle giovani menti, insegnando a loro testi classici per aiutarle a scegliere il loro destino.
Mentre affronta il duro lavoro dell’insegnamento, Clementina si prodiga anche per garantire l’accesso all’università per i suoi tre figli, inclusa la figlia femmina. La sua dedicazione all’educazione diventa il suo modo di realizzarsi come donna. La narrazione si intreccia con la storia d’Italia nel contesto del fascismo e della Prima Guerra Mondiale, mostrando la piccola rivoluzione personale di Clementina, che decide di abbracciare l’insegnamento come mezzo per ricostruire la sua vita e quella dei suoi cari.
Il romanzo “Clementina” di Giuliana Salvi, ispirato alla storia della sua bisnonna, racconta un viaggio di resilienza e emancipazione femminile nel tumulto del Novecento.
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