I casi di morbillo accertati negli Stati Uniti sono già 160 e il bilancio delle vittime continua a crescere, facendo tornare alla mente un’epoca pre-vaccinale. Nel 2000, il morbillo era stato ufficialmente debellato, ma ora sta riemergendo tra coloro che non si fidano dei progressi della medicina. La causa principale è la diminuzione delle vaccinazioni post-pandemia, non per mancanza di vaccini, ma a causa di una sfiducia crescente nella scienza, aggravata dalla diffusione di disinformazione durante il Covid-19. Leader politici e social media contribuiscono a diffondere teorie complottiste, favorendo la convinzione che la libertà individuale giustifichi il rischio per la salute pubblica.
Donald Trump, nominando come figura di punta della sanità pubblica un noto no vax come Robert F. Kennedy Jr., ha ulteriormente alimentato questa crisi. Kennedy, in passato critico nei confronti dei vaccini, ha ora cambiato posizione, raccomandando la vaccinazione, ma inserendo l’idea di “autodeterminazione”. Tuttavia, le sue dichiarazioni contraddittorie e l’adozione di soluzioni alternative come la vitamina A in sostituzione del vaccino hanno generato un caos informativo. Anche il vicepresidente J.D. Vance ha predicato la libertà di scelta mentre si vaccinava in segreto, riflettendo le ipocrisie della politica americana.
Il fenomeno no vax potrebbe estendersi anche in Europa, dove teorie simili si diffondono, sebbene in misura minore. Anche in Italia, la paura alimentata dall’ignoranza può rappresentare un rischio significativo, rendendo il morbillo un problema potenziale. La scienza, purtroppo, si muove a un ritmo più lento rispetto alla diffusione di tali fanatismi.