Per Jovanotti, l’invito a intervenire in Vaticano è un grande onore e un segno del destino, arrivato mentre iniziava la riabilitazione dopo un incidente. Il Vaticano rappresenta per lui una casa, un luogo che ha nutrito la sua passione per i viaggi, in particolare il Corridoio delle Mappe, ed è per questo che ho accettato di essere parte della mostra ‘En Route’, organizzata nella Biblioteca Apostolica della Santa Sede. Jovanotti ha descritto il suo intento come un “Cavallo di Troia”, per coinvolgere le persone in un’esperienza di scoperta, in contrasto con un mondo dominato dagli algoritmi e privo di esplorazione personale, e ha sottolineato il significato del pellegrinaggio durante il Giubileo.
Nella mostra, ha cercato di proporre la sua visione senza pretese artistiche, presentando oggetti che rappresentano il suo concetto di viaggio, come una bici e una chitarra. Ha anche creato un’installazione sonora, un viaggio musicale che riassume i suoi anni di vita. Rispondendo a una domanda su ‘Imagine’ di John Lennon, ha spiegato di non averla cantata per disaccordo con una delle sue frasi, chiarendo che non si trattava di un rifiuto polemico. Jovanotti ha poi accennato a un progetto per Sanremo, definendolo ‘complicato’ ma molto interessante, e ha parlato del suo nuovo album, descritto come pop e leggero, con un’emozione particolare legata alle aspettative di questa pubblicazione. Infine, ha espresso il suo dolore per la tragedia in Medio Oriente, affermando di sentirsi silenzioso e impotente di fronte alla sofferenza umana.
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