sabato, Ottobre 5, 2024
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Il Veneto nei Savoia: L’Integrazione Senza Combattimenti

Il 3 ottobre 1866, a Vienna, fu firmata la pace tra l’Impero asburgico e il Regno d’Italia, concludendo così la terza guerra d’indipendenza e portando il Veneto nei confini italiani. Sebbene sembrasse una vittoria sulla scena europea, si trattava, in realtà, di un risultato ottenuto dopo due sconfitte militari (Custoza e Lissa) e di un umiliante fallimento diplomatico che avrebbero segnato il prestigio della neonata nazione italiana.

Francesco Giuseppe cedette i territori al francese Napoleone III, il quale li trasferì a Vittorio Emanuele II, secondo i patti stipulati. Il trattato, composto da 24 articoli e firmato dai plenipotenziari Menabrea e Wimpffen, prevedeva l’indizione di un referendum per la cittadinanza imperiale e che Firenze si facesse carico del debito pubblico delle Venezie. Il re d’Italia ratificò il trattato il 6 ottobre, consapevole che l’acquisizione del Veneto era avvenuta in circostanze discutibili, notoriamente per una nazione che si considerava unita.

Le rivalità tra i militari italiani e l’incapacità di cogliere i frutti della vittoria in terra a causa della sconfitta sul campo complicarono ulteriormente la situazione. La vittoria prussiana sugli austriaci a Sadowa, il 3 luglio, cambiò le sorti della guerra. L’armistizio firmato il 26 luglio, poi trasformato nella Pace di Praga, lasciò all’Italia il compito di negoziare senza aver avuto voce in capitolo nel conflitto.

Giuseppe Garibaldi, nel tentativo di avanzare verso nord con le sue camicie rosse, fu bloccato da un ordine del re e si ritrovò a rispondere con l’“Obbedisco”. La sconfitta a Lissa rivelò le divisioni interne nella marina e il disastro dell’esercito italiano.

L’armistizio imponeva all’Italia di ritirare le proprie truppe dal Tirolo, e ogni tentativo di negoziare senza subire umiliazioni fallì. Il 19 ottobre 1866, Napoleone III cedette ufficialmente il Veneto all’Italia, ma non in un contesto prestigioso. Il plebiscito del 21-22 ottobre confermò l’adesione praticamente unanime della popolazione al Regno d’Italia. Francesco Giuseppe si limitò a dare il suo consenso alla riunificazione, mentre l’ingresso trionfale a Venezia di Vittorio Emanuele II non poté nascondere le gravi anomalie della terza guerra d’indipendenza.

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