Le recenti elezioni politiche australiane hanno visto il trionfo del laburista Anthony Albanese, il primo premier a vincere un secondo mandato consecutivo in vent’anni. Questa vittoria è stata influenzata dalle politiche isolazioniste e dai dazi del presidente americano Donald Trump, simile a quanto accaduto in Canada, dove le forze della sinistra hanno beneficiato dalla reazione contro la destra. Albanese ha ricevuto un’accoglienza calorosa dai suoi sostenitori, mostrando con orgoglio la tessera del servizio sanitario nazionale durante il discorso di celebrazione. La sconfitta del conservatore Peter Dutton, che ha perso il seggio e ha ammesso la sconfitta, riflette le preoccupazioni dell’elettorato riguardo all’inflazione e alle aggressive politiche commerciali di Trump.
Albanese, con origini popolari e un passato attivo nella politica, ha promesso investimenti in energie rinnovabili, una gestione della crisi abitativa e il supporto a un sistema sanitario in difficoltà. Ha dichiarato che i laburisti formeranno un governo di maggioranza, con la sua coalizione in vantaggio secondo le prime proiezioni. Le critiche alle politiche di Trump hanno influito sull’elettorato, come evidenziato dalle parole della senatrice liberale Jacinta Price, e dai sondaggi che hanno mostrato un calo di consensi per i liberali.
Il panorama economico australiano ha visto un cambiamento con il taglio dei tassi d’interesse da parte della banca centrale, che ha contribuito a migliorare la situazione. Anche il finanziere Warren Buffett ha criticato le politiche di Trump, sottolineando l’importanza di un approccio commerciale più conciliatorio. La vittoria di Albanese segna dunque un cambiamento significativo nel contesto politico australiano.