In Italia, 11 persone hanno ottenuto il permesso per il suicidio assistito dopo la sentenza della Consulta nel 2019, che ha dichiarato parzialmente incostituzionale l’articolo 580 del codice penale. Questa sentenza stabilisce che le persone malate possono accedere all’aiuto per la morte volontaria a determinate condizioni: devono essere capaci di autodeterminarsi, soffrire di una patologia irreversibile considerata intollerabile e dipendere da trattamenti di sostegno vitale. Nonostante la Consulta abbia sollecitato il Parlamento a legiferare in materia, non è stata ancora adottata una legge nazionale. Tuttavia, la Toscana è stata pioniera con un primo provvedimento normativo regionale riguardo alle procedure di suicidio assistito.
Negli ultimi 12 mesi, l’Associazione Coscioni ha registrato 16.035 richieste di informazioni sul fine vita, con una media di 44 richieste al giorno, un incremento del 14% rispetto all’anno precedente. Di queste, 1.707 riguardavano l’eutanasia e il suicidio medicalmente assistito, mentre 393 riguardavano l’interruzione delle terapie e la sedazione palliativa profonda. Sono state fornite informazioni su procedure italiane o contatti con strutture svizzere a 580 persone, con un leggero aumento rispetto all’anno precedente.
In totale, 11 persone hanno ricevuto l’approvazione per il suicidio assistito: 5 hanno già messo fine alle loro sofferenze, 2 hanno scelto di non procedere e 4 sono in attesa di iniziare il processo. Inoltre, 7 persone si sono recate in Svizzera per il suicidio assistito, con l’autodenuncia dei loro accompagnatori, che rischiano pene da 5 a 12 anni di carcere.