Il Parlamento italiano sta attualmente valutando diverse misure per incentivare le piccole e medie imprese e le startup innovative, al fine di migliorare la competitività del Paese. Queste iniziative comprendono finanziamenti, agevolazioni fiscali e altre forme di supporto.
Tra le proposte in discussione presso la Commissione Industria e Agricoltura del Senato, una misura presentata da Fratelli d’Italia prevede che le aziende che assumono nuovi dipendenti possano beneficiare di un credito d’imposta pari al 60% delle spese di affitto per un periodo di quattro anni. Questo incentivo mira a stimolare l’occupazione e facilitare l’accesso a talenti nel settore produttivo.
Un’altra iniziativa, avanzata dalle senatrici del Partito Democratico, prevede l’istituzione di due fondi. Il primo è destinato a supportare l’acquisto di partecipazioni in fondi di venture capital attivi in Italia, mentre il secondo offre finanziamenti a fondo perduto, fino a un massimo di 100.000 euro, per la creazione di startup innovative nel territorio nazionale da parte di investitori esteri. Inoltre, si intende finanziare studi di fattibilità per brevetti e invenzioni sviluppati nei laboratori di ricerca.
Un aspetto significativo di queste proposte è che l’85% degli investimenti in startup e PMI innovative sarà esente dalla tassazione, non concorrendo quindi alla formazione del reddito imponibile. Anche gli enti previdenziali possono investire una parte del loro attivo in fondi di venture capital, beneficiando di una deduzione fiscale fino al 30%. Infine, si prevede un esonero contributivo per i soci lavoratori delle startup e ulteriori crediti d’imposta per le fasi di avviamento. Le discussioni continueranno in parallelo con il disegno di legge annuale sulle PMI.
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