L’invecchiamento della popolazione italiana e il calo delle nascite rappresentano una sfida crescente per la sostenibilità sociale e finanziaria del paese. Ignorare questa questione ha reso la situazione più complessa, rendendo difficoltoso incentivare i giovani a diventare genitori. Gli attuali rapporti demografici mostrano un forte squilibrio a favore delle fasce d’età più mature, al punto da compromettere la disponibilità di forza lavoro e il futuro dei servizi sociali.
Per affrontare il problema della bassa natalità, è necessario migliorare le condizioni in cui le famiglie decidono di avere figli. Ciò include l’aumento dei salari, contratti di lavoro soddisfacenti, accesso a abitazioni a prezzi contenuti e servizi per l’infanzia di qualità. In particolare, le aree interne e il Mezzogiorno soffrono maggiormente per la scarsa offerta di lavoro e servizi, rendendo difficile per le famiglie scegliere di rimanere e crescere i propri figli.
Inoltre, si richiede una politica migratoria più realistica, capace di attrarre un numero significativamente maggiore di immigrati, stimando necessità di circa 430.000 nuovi ingressi all’anno per mantenere stabile la popolazione fino al 2035. È fondamentale non considerare solo le scelte individuali relative alla fecondità, ma anche le condizioni materiali che influenzano tali decisioni.
Il miglioramento dei servizi, il contrasto alla povertà minorile e il supporto all’occupazione femminile devono diventare priorità politiche. Investire in un sistema sociale più equo e accogliente potrebbe incoraggiare le famiglie a fare progetti a lungo termine, contribuendo a ribaltare l’attuale trend demografico negativo.
Elaborazione AI: RassegnaNotizie.it
Fonte: www.lastampa.it