Paolo Villaggio, creatore e interprete di Fantozzi, ha osservato che il pubblico tendeva a vedere nel protagonista figure familiari, non se stessi, il che li liberava nel ridere delle disavventure di Fantozzi. Tuttavia, Villaggio ha anche sostenuto che il fascino del personaggio risiedesse nella capacità di confortare gli spettatori che si identificavano in lui. Il film Fantozzi uscì nel 1975, seguito da numerosi sequel e da un libro omonimo che vendette un milione di copie. Il personaggio si ispirava a un collega e alla propria esperienza lavorativa, riflettendo l’ambiente aziendale dell’epoca.
Fantozzi divenne iconico anche grazie alla sua presenza in televisione, dove furono definiti il suo stile e le sue interazioni con altri personaggi. Il modo di parlare di Fantozzi, caratterizzato da espressioni comiche e un uso maldestro della lingua, affermò l’immagine del personaggio nella cultura popolare italiana. Villaggio, che si dichiarava di sinistra, trovò audience anche nell’Unione Sovietica, dove i suoi film furono accolti con entusiasmo.
La collaborazione con il regista Luciano Salce permise di creare il mondo surreale di Fantozzi, caratterizzato da una comicità fisica inusuale per il cinema italiano. Le scene celeberrime, come quella sulla tangenziale di Roma, evidenziarono il conflitto tra Fantozzi e la società moderna. Con il tempo, la qualità dei film successivi calò, ma Fantozzi rimane simbolo di un’interpretazione della realtà condivisa da generazioni di italiani, con riferimenti che continuano a permeare la quotidianità.