Israele ha intensificato i bombardamenti contro l’Iran, colpendo impianti di arricchimento dell’uranio e fabbriche di armi. Nonostante i danni, la reazione di Teheran è stata contenuta, con fonti statunitensi che affermano che Israele può resistere ai missili iraniani per un’altra settimana. In seguito, si prevede l’intervento degli Stati Uniti, con la portaerei Nimitz in arrivo nel Mediterraneo, affiancata dalla Carl Vinson nel Mar Arabico.
Il calo della risposta iraniana non sembra dovuto a una mancanza di armamenti, considerando che non sono stati ancora utilizzati missili ipersonici o lanci massicci che potrebbero devastare Israele. I Pasdaran, le forze paramilitari iraniane, hanno riconosciuto che il controllo dello spazio aereo è attualmente in mano a Israele, nonostante qualche successo nel riuscire a abbattere aerei israeliani.
A livello diplomatico, le potenze mondiali, comprese le USA, Russia e paesi arabi, stanno cercando vie per una sospensione delle ostilità, ponendo come condizione la rinuncia iraniana all’arma nucleare e il possibile crollo del regime teocratico. Il presidente degli Stati Uniti ha chiesto una resa incondizionata, ma Khamenei ha affermato che l’Iran resisterà e non cederà. La speranza di una caduta del regime degli ayatollah esiste, ma deve scaturire da processi interni, piuttosto che essere imposta dall’esterno, per evitare scenari simili a quelli dell’Iraq post-Saddam.
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Fonte: www.notiziegeopolitiche.net