Il rappresentante di Israele all’Onu, Danny Danon, ha attaccato duramente Francesca Albanese, definendola “una strega” e il suo rapporto “il suo libro degli incantesimi”. Albanese aveva presentato un rapporto intitolato “Il genocidio di Gaza: un crimine collettivo”, in cui denuncia le violazioni dei diritti umani in Palestina. Il rapporto è stato presentato dopo la sua partecipazione alla 23° Nelson Mandela Lecture a Johannesburg, in Sudafrica, dove ha parlato dell’iniquità dell’apartheid e della lotta per la libertà dei palestinesi.
Il rapporto di Albanese si riferisce al consenso internazionale sull’iniquità dell’apartheid, che si è dispiegato nello spazio pubblico a partire dal 2022, con il rapporto di Amnesty International che denuncia la presenza di apartheid in Israele. Il mondo ha assistito alle requisitorie dei delegati sudafricani e alla difesa di quelli israeliani sull’accusa di genocidio nei confronti del governo israeliano, presentata alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja. La Corte ha poi pronunciato una sentenza in cui obbliga tutti gli stati sottoscrittori a cessare immediatamente il genocidio in corso e a troncare qualunque forma di supporto diretti o indiretto alla sua continuazione.
Il rapporto di Albanese mostra come 63 stati, fra cui l’Italia, abbiano violato questo obbligo, configurando un “crimine collettivo”. La relatrice ha sempre condannato Hamas e ha sempre ricordato che ogni attentato a civili viola il diritto internazionale, ma ha anche sottolineato la legittimità della resistenza armata a invasioni e occupazioni. La sua posizione ha scatenato l’ira di Danon e del rappresentante permanente dell’Italia alle Nazioni unite, Maurizio Massari, che ha definito il lavoro della relatrice “totalmente privo di credibilità e imparzialità”. Tuttavia, la sostanza dei due interventi è identica: il nulla, ovvero la menzogna e il rifiuto di riconoscere la verità.

