Il rapporto dell’ufficio del rappresentante speciale Ue per i diritti umani ha concluso che Israele ha violato i diritti umani nei territori di Gaza e Cisgiordania, infrangendo una clausola dell’accordo di associazione con l’Unione Europea. Questa indagine è stata richiesta da 17 paesi, escludendo Italia, Germania e Ungheria, e le sue conclusioni sono destinate a riaccendere il dibattito politico in Europa. Tuttavia, non sono previste decisioni concrete nel prossimo incontro del Consiglio Affari Esteri, convocato a Bruxelles.
Il rapporto, di sei pagine, evidenzia gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, come il numero elevato di vittime civili e la privazione di cibo, medicine e aiuti umanitari a Gaza. Viene sottolineato che il blocco israelo-palestinese colpisce indiscriminatamente la popolazione, configurandosi come punizione collettiva, vietata dal diritto internazionale.
Viene richiamata una risoluzione della Corte Internazionale di Giustizia che obbliga Israele a garantire l’assistenza umanitaria ai palestinesi e a mantenere aperto il valico di Rafah, per evitare atti di genocidio. Il rapporto conclude che vi sono evidenze di violazioni da parte di Israele nei confronti dei diritti umani.
Nonostante queste conclusioni, le procedure decisionali nel Consiglio non permetteranno di avanzare verso la sospensione dell’accordo Ue-Israele. Si prevede che durante il summit, l’Alta rappresentante Kaja Kallas presenterà il rapporto, senza però che ci siano decisioni operative. Diverse capitali, tra cui Parigi e Dublino, potrebbero esprimersi in modo critico verso Israele, ma la richiesta di sanzioni rimane improbabile per l’assenza di unanimità tra gli stati membri. Kallas ha manifestato la volontà di sanzionare Israele, ma il suo ruolo è quello di coordinare le posizioni dei 27 paesi.
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Fonte: ilmanifesto.it
