Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha escluso di dimettersi in caso di sconfitta al referendum sulla riforma costituzionale della giustizia. Secondo Nordio, anche se dovesse perdere, non metterebbe in difficoltà il governo con le sue dimissioni. La riforma prevede la separazione delle carriere tra pm e giudici e il sorteggio della componente togata per arginare la degenerazione correntizia.
Il centrosinistra è largamente schierato contro la riforma, con la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, che afferma che la riforma serve al governo per avere mano libera. Tuttavia, non tutto il centrosinistra è contrario, ad esempio Azione sostiene la riforma, mentre Italia Viva ha una posizione più defilata.
Secondo i rilevamenti demoscopici, la maggioranza degli italiani è a favore della riforma, con il 57% di favorevoli, il 22% di contrari e il 21% di indecisi. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Alfredo Mantovano, ha annunciato un prossimo intervento governativo in tema di responsabilità civile dei magistrati, materia di un referendum approvato nel 1987 e mai attuato.

