Karim Khan, procuratore capo della Corte Penale Internazionale (CPI) dal 2021, ha annunciato la sua autosospensione a seguito di accuse di molestie sessuali. Le accuse, iniziate nel novembre 2024, coinvolgono una collaboratrice malese che ha denunciato ripetuti tentativi di contatti sessuali non consensuali, inclusi palpeggiamenti. Khan ha sempre negato le accuse.
La sua decisione di sospendersi si è resa necessaria a causa del crescente scrutinio mediatico e delle pressioni interne, dopo la pubblicazione di ulteriori dettagli sull’inchiesta. Per ora, la direzione della CPI sarà assunta dai vice procuratori Mame Mandiaye Niang e Nazhat Shameem Khan.
Recenti articoli riportano che la denunciante avrebbe affermato di essere stata costretta a rapporti sessuali, accusa che Khan ha nuovamente rigettato. Le prime accuse erano emerse nel maggio 2024, ma non erano state avviate indagini interne poiché la denuncia non era stata formalmente presentata all’epoca.
Khan è noto per aver richiesto mandati di arresto contro figure di spicco come il presidente russo Vladimir Putin e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in relazione a crimini di guerra. La sua iniziativa ha suscitato tensioni politiche, con Israele e Stati Uniti che hanno condannato il suo operato. Inoltre, si segnala che Israele ha condotto campagne per screditare la CPI negli ultimi dieci anni.
La notizia dell’autosospensione di Khan è stata accolta favorevolmente da organizzazioni per i diritti delle donne, che sottolineano l’importanza di affrontare accuse così gravi in modo appropriato nel contesto professionale.
Elaborazione AI: RassegnaNotizie.it
Fonte: www.corriere.it