Molti hanno condiviso il discorso del vicepresidente Usa J.D. Vance alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, che solleva preoccupazioni riguardo alla ritirata dell’Europa dai suoi valori fondamentali, come la condanna degli attivisti antiabortisti e la questione dell’emigrazione. Una parte del discorso è stata pronunciata al National Catholic Prayer Breakfast, dove Vance esprime la sua gioia per il battesimo del figlio e la sua preghiera per il Papa, parlando di grazia e del bene comune.
Tuttavia, ci sono contraddizioni nel suo messaggio: difendere i bambini non è compatibile con la deportazione degli immigrati, e la richiesta di pace non può essere unita ad attacchi contro un presidente in guerra. Vance, come il suo presidente, ha distorto la verità; la pace senza giustizia non può esistere. La riflessione si rivolge alla distinzione tra città di Dio e città degli uomini, un concetto fondamentale fin dai tempi di Sant’Agostino, dove la politica non deve essere giudicata in base alla frequenza della preghiera.
Il discorso invita a riflettere su cosa significhi essere un leader di fede, evidenziando la mancanza di autorevolezza tra le personalità cattoliche nel dibattito politico. Pur essendo necessarie figure coraggiose che lavorino per il bene comune, queste non risultano come punti di riferimento. La politica, per troppo tempo, è stata associata al potere e all’ipocrisia, mentre la vera chiamata della fede è quella di essere una presenza audace e limpida. Non basta ritirarsi in sacrestia; è essenziale una partecipazione attiva per affrontare le sfide attuali.