Cento anni fa, Castellamonte decise che la musica non dovesse soltanto essere ascoltata, ma anche abitata. Era il momento in cui la città inaugurò la Casa della Musica “Francesco Romana”, un edificio nato da un sogno collettivo, costruito grazie a una sottoscrizione popolare che unì il Comune, la famiglia Romana, i musici e l’intera comunità.
L’idea nacque tre anni prima, durante i festeggiamenti per il centenario della Filarmonica. In un clima di entusiasmo e gratitudine, si costituì un comitato e il Comune mise a disposizione il terreno. La famiglia Romana finanziò metà dei costi, mentre il resto arrivò da donazioni, lavoro volontario e materiali offerti da cittadini e musicisti.
Il 4 novembre fu festa grande. I cronisti dell’epoca scrissero che il loro sogno era diventato realtà. Il nuovo edificio, progettato dal perito Giovanni Poletto, venne benedetto dall’arciprete don Bronzini alla presenza di personalità come il Cavalier Mario Romana, il Conte Pinchia, l’onorevole Olivetti, il Commendator Perolin, l’eroico garibaldino Bertola e i rappresentanti di dodici bande consorelle.
Si racconta che i lavori proseguirono fino all’ultimo istante: il portone fu montato mentre gli ospiti stavano arrivando. E per l’occasione il maestro Pierino Guglielmino compose la marcia “A la Maison”, accompagnata da un ritornello che divenne proverbiale: “Quel che parve sogno un dì… finalmente si compì.”
Pochi giorni dopo, l’8 novembre, arrivò il “battesimo artistico”: un concerto con la soprano Susanna Carrera, l’arpista Nydia Trevisan, i violinisti Eugenio Ballarini e Piero Mandelli, e il pianista Luigi Gallino, che suonò un pianoforte “Rud Iback Sohn” portato dalla ditta Felice Chiappo. Lo strumento, oggi conservato, porta ancora le firme autografe di Giacomo Puccini, Mecio Horszowski e dello stesso Gallino.
Nel 2021, i nipoti dell’arpista Trevisan hanno donato alla Filarmonica il manifesto originale e i ritagli dei giornali dell’epoca: memoria viva di un secolo di musica, di impegno e di orgoglio cittadino.
Oggi la Casa della Musica è al suo massimo splendore. Restaurata, è stata riconosciuta dalla Soprintendenza come bene paesaggistico e inserita tra le ville liberty più importanti del Piemonte. Al suo interno trovano spazio una biblioteca musicale storica, una sala insonorizzata, aule di studio e due saloni per i concerti.
I corsi di musica, con dieci insegnanti e un numero sempre pieno di allievi, convivono con le prove della Banda Maggiore diretta da Dino Domatti, della Junior Band AC e della Strange Band AFC dirette da Emanuele Fontan. Nelle stesse sale si alternano lezioni di danza, yoga e persino attività per gli anziani delle Palestre della Memoria.
Un secolo dopo, Castellamonte può dirlo con fierezza: quel sogno collettivo non si è soltanto compiuto, ma continua a suonare ogni giorno, con la stessa passione di chi, nel 1925, montava l’ultimo portone mentre già sentiva arrivare le prime note.

