La CGIL del Trentino ha sollevato preoccupazioni riguardo la situazione lavorativa nel comparto della cultura, evidenziando problemi come salari bassi, sotto-inquadramento e violazioni delle normative. Le denunce provengono dalla Funzione pubblica, dalla Filcams CGIL e dalla Slc, che chiedono alla Provincia di garantire vigilanza e protezione per il personale. I sindacati denunciano che i lavoratori vivono in una condizione di precarietà, con contratti che cambiano frequentemente e una mancanza di riconoscimento delle loro competenze professionali.
In molte realtà lavorative, i dipendenti provenienti da varie forme contrattuali collaborano fianco a fianco, creando una situazione disomogenea che comprende dipendenti provinciali e comunali, lavoratori privati con contratti differenti e figure lavorative con partita IVA. Questa diversificazione contrattuale genera confusione e spesso porta a condizioni di lavoro dispari, dove non viene applicato il contratto collettivo di riferimento per il settore, Federculture.
La CGIL denuncia che questa situazione è principalmente finalizzata a contenere i costi del lavoro, riducendo di conseguenza anche i diritti dei lavoratori. In questo contesto, il sindacato chiede un intervento attivo da parte delle istituzioni per garantire che i lavoratori del settore culturale ricevano una remunerazione equa e un riconoscimento adeguato delle loro abilità, al fine di garantire un ambiente lavorativo dignitoso e rispettoso della legge. La richiesta principale è di migliorare le condizioni lavorative e di garantire i diritti fondamentali di questi lavoratori, spesso trascurati e sottovalutati.