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venerdì, 18 Aprile, 2025
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La convenienza della pensione italiana all’estero: analisi dei numeri in calo

Fino a qualche anno fa, molti pensionati italiani consideravano l’idea di trasferirsi all’estero come una soluzione vantaggiosa per sfuggire alle difficoltà del sistema previdenziale italiano. Tuttavia, recenti dati dell’Acli, in collaborazione con l’Università di Camerino e l’Inps, rivelano che solo il 2,2% delle pensioni italiane è incassato all’estero, principalmente da donne in coppia e non ancora anziane. Le mete preferite, come Albania, Malta e Portogallo, avevano attratto per vantaggi fiscali e costi contenuti, ma ora l’appeal di queste destinazioni è diminuito.

Le partenze di pensionati italiani sono in calo, da circa 300 mila nel 2020 a 274 mila nel 2022. Fatto che riflette una combinazione di fattori, tra cui la scomparsa di incentivi fiscali e un apprezzamento dei costi nei Paesi precedentemente considerati “paradisi”. Inoltre, mentre il numero di pensionati che emigrano scende, l’Italia cerca di attrarre pensionati stranieri con tasse ridotte al 7% per chi si trasferisce al Sud.

Le principali nazioni in cui risiedono i pensionati italiani sono Germania, Svizzera, Canada, Australia e Francia. La situazione è preoccupante, secondo Emiliano Manfredonia delle Acli, poiché si traduce in una fuga di giovani e anziani dalla comunità italiana, contribuendo a una spirale di impoverimento e mancanza di prospettive.

Alcuni che avevano scelto di vivere all’estero stanno ora considerando un ritorno, motivati da fattori emotivi o dalla delusione dovuta alla vita oltre confine. La realtà attuale mette in luce un’Italia che non riesce a garantire un futuro sostenibile né per i giovani né per gli anziani, creando così un ciclo di emigrazione consistente.

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