La Corte penale internazionale dell’Aja ha aperto un fascicolo d’indagine sul governo italiano per “ostacolo all’amministrazione della giustizia” in relazione alla vicenda del generale Almasri. Secondo quanto riportato dal quotidiano Avvenire, i nomi di Giorgia Meloni, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi sono stati citati nell’atto di denuncia presentato dai legali di un rifugiato sudanese. Questo rifugiato ha denunciato torture subite in Libia e ha fornito prove ritenute implicanti funzionari dell’UE e membri del governo italiano.
Il rifugiato sudanese, con status di rifugiato in Francia, sostiene di essere stato vittima di vari crimini, insieme a sua moglie e altri membri del suo gruppo. La sua testimonianza è inclusa nell’atto d’accusa contro Almasri, accusato di crimini di guerra e contro i diritti umani. Tuttavia, nell’atto di denuncia ci sarebbero delle imprecisioni riguardo ai dettagli della permanenza di Almasri in Italia. In particolare, è stato rilasciato su ordine della Corte d’appello di Roma dopo pochi giorni di detenzione.
I membri del governo italiano sono accusati di non aver consegnato Almasri alla Corte penale internazionale, in violazione dei loro obblighi. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha espresso la sua fiducia nella giustizia umana, ma ha anche sottolineato l’importanza di rispettare le procedure legali. Anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha messo in discussione il comportamento della Corte, suggerendo la necessità di un’inchiesta su di essa.
Almasri, arrestato a Torino, è stato rilasciato dopo tre giorni e riportato a Tripoli, dove è stato accolto come un eroe. Le sue azioni nel carcere di Mitiga avrebbero portato a numerosi crimini gravi, inclusi torture e omicidi.
