Ospite negli studi de ilReggino.it, Fulvio D’Ascola, sociologo e scrittore, esprime preoccupazioni per le nuove generazioni riguardo alla comunicazione contemporanea. Sottolinea che l’intelligenza artificiale non è il nemico, ma avverte che senza pensiero critico ed educazione emotiva, rischiamo una sorta di “blackout” culturale. D’Ascola evidenzia un cambiamento nella comunicazione, ora più rapida e superficiale, affermando che “le emozioni sono diventate hashtag”. Propone di tornare a pratiche fondamentali come la lettura, la scrittura e l’ascolto della musica per educare al sentire.
La chiusura delle edicole rappresenta un cambiamento doloroso per D’Ascola, che ricorda il valore del cartaceo. Anche se il digitale offre velocità, sottolinea l’importanza di saper scegliere fonti valide e mantenere l’approfondimento. Critica la comunicazione istituzionale attuale, che considera più propaganda che informazione, con la precedenza delle dichiarazioni social rispetto ai comunicati ufficiali.
La musica è una grande passione per D’Ascola. Egli la considera un rifugio e un modo per evitare la solitudine. Avverte che l’intelligenza artificiale deve essere utilizzata con cautela, poiché può deumanizzare e rendere le persone dipendenti. Esorta al ritorno alla scrittura manuale come espressione di personalità.
Affrontando il bullismo e la crisi dei valori educativi, D’Ascola sostiene che famiglie, scuole e istituzioni sono in crisi e i ragazzi crescono senza guide. Rivolge un messaggio a loro: “Camminate, osservate, scrivete”. Crescere richiede sforzo e ricerca di persone che possano fungere da esempi e guide. La cultura richiede impegno costante, non solo eventi momentanei.