La Fiera del Libro di Francoforte, giunta alla sua 76esima edizione, è stata inaugurata da Juergen Boos, il direttore della Buchmesse, che ha sottolineato l’importanza della letteratura come atto di speranza e come strumento per ricordare la nostra umanità. La letteratura offre una voce a chi è spesso inascoltato e, in questo contesto, la Fiera rappresenta uno spazio di dibattito democratico dove si possono condividere diverse prospettive.
Boos ha evidenziato come, in un periodo segnato da conflitti internazionali e crisi, ci si possa interrogare sul significato della lettura e sul ruolo di eventi come la Buchmesse. Citando Sherman Mushdin, ha affermato che la letteratura non ha un’utilità precisa e non deve averla; essa può essere utile, ma questa non è la sua necessità fondamentale. La letteratura possiede la capacità di attraversare il tempo, suscitare sogni e trasportarci in luoghi lontani, anche se non è obbligatorio che faccia tutto ciò.
In tempi di tensione geopolitica e accesi dibattiti pubblici, spesso le persone cercano nella letteratura conferme delle loro posizioni. Tuttavia, secondo Boos, la vera importanza della letteratura risiede in se stessa, ed è fondamentale proteggerla da ogni appropriazione indebita. La libertà di parola è un elemento essenziale per lo sviluppo del settore editoriale; senza di essa non ci sarebbero libri, traduzioni o possibilità di confronto.
La Buchmesse rappresenta così un’opportunità per ascoltare e discutere, non una competizione per chi esprime la propria opinione a voce più alta. Boos ha invitato a partecipare a dibattiti intensi su temi politici e sociali, sottolineando l’importanza di mantenere un dialogo rispettoso e aperto. L’evento costituisce quindi un’occasione per un confronto costruttivo, valorizzando il potere della letteratura nella società contemporanea. In questo modo, la Fiera del Libro diventa un luogo di condivisione e apprendimento, fondamentale per l’esercizio della democrazia e del pensiero critico.