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venerdì, 25 Aprile, 2025
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La locomotiva d’Europa ha arrestato la sua corsa

La Germania si conferma unica nazione europea in recessione per il secondo anno consecutivo, con una contrazione del PIL dello 0,2% nel 2024, in linea con le previsioni governative e degli esperti, dopo un calo dello 0,3% nel 2023. La recessione è stata alimentata dall’aumento dei costi energetici a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina e da una grave crisi industriale, in particolare nel settore automobilistico, dove Volkswagen prevede di tagliare 35.000 posti di lavoro entro il 2030. L’incertezza politica, con le elezioni politiche anticipate in programma per il 23 febbraio 2024, complica ulteriormente la situazione, con possibili mesi di negoziati per formare un nuovo governo.

Analisti come Jens-Oliver Niklasch della banca Lbbw avvertono che il 2025 potrebbe essere il terzo anno consecutivo di recessione per la Germania. Tra i fattori che contribuiscono a questa stagnazione ci sono le prospettive di una guerra commerciale con gli Stati Uniti e le difficoltà strutturali dell’industria, che non ha recuperato dai costi energetici e ha subito una diminuzione delle esportazioni verso la Cina. Ulteriori difficoltà derivano dai costi per la decarbonizzazione, dall’invecchiamento della popolazione e dall’inefficienza burocratica e infrastrutturale. Bert Rurup, presidente dell’istituto di ricerca Handelsblatt, ha dichiarato che l’economia tedesca sta affrontando la crisi più grave dal dopoguerra, con la pandemia, la crisi energetica e l’inflazione che hanno ridotto il tenore di vita.

La crisi si riflette anche nella produzione industriale, che ha registrato una diminuzione del 3% nel 2023, con il settore automobilistico in particolare che sta perdendo quote di mercato a favore della Cina. Le minacce di ritorsioni cinesi per i dazi sull’auto elettrica e l’incertezza del mercato interno portano a una stagnazione nei consumi privati, mentre il mercato del lavoro mostra segni di debolezza a causa della carenza di manodopera in un Paese che invecchia.

Si rende necessario un “ritorno alla fiducia e alla crescita” attraverso riforme strutturali e investimenti, afferma Carsten Brzeski della Ing Bank. Tuttavia, una buona notizia emerge dal deficit pubblico tedesco, rimasto al 2,6% del PIL nel 2024, sotto la media UE del 3,1%.

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