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La politica che ignora le donne: solo 5 elette su 107 in Regione, zero per il Pd

Nel 1970, in provincia di Bergamo, le donne candidate alle elezioni regionali erano appena tre, e nel 1975, solo una su 64 candidati. Nonostante i cambiamenti avvenuti in 50 anni, la rappresentanza femminile locale è rimasta insufficiente. Nel 2023, solo Lara Magoni (FdI) è stata eletta, ma il Partito Democratico non ha visto alcuna donna rappresentante in Consiglio regionale bergamasco in 55 anni.

La storia delle elezioni regionali offre un’analisi sull’evoluzione della presenza femminile nella politica locale. A differenza delle Politiche, dove le liste bloccate assicurano un certo numero di donne, nei consessi regionali gli eletti derivano dalle preferenze, mostrando un lento progresso. Dal 1970 al 2013, la provincia di Bergamo non ha avuto rappresentanti femminili nel Consiglio regionale. La presenza delle donne nelle liste è aumentata lentamente, passando dal 3,8% nel 1970 al 15,4% nel 1985. L’introduzione della legge nel 2013 che richiede l’alternanza di genere ha incrementato le candidature femminili, ma nel 2013 solo Silvana Saita e Lara Magoni sono state elette. Nel 2023, Magoni è stata l’unica eletta di Bergamo.

Le elezioni provinciali mostrano un fenomeno simile, con poche donne elette nonostante le quote. Nel 2024, la città di Bergamo ha eletto una sindaca, Elena Carnevali del Pd, ma la rappresentanza femminile continua a essere carente. La ostilità verso le donne nella politica è evidente anche da recenti affermazioni scioccanti e dalla difficoltà di ottenere finanziamenti per servizi per l’infanzia. In generale, la rappresentanza femminile rimane un tema critico nella politica bergamasca.

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