21.9 C
Roma
domenica, 27 Aprile, 2025
HomePoliticaLa resa del Pd: radici di una mediocrità politica

La resa del Pd: radici di una mediocrità politica

Tutti i principali dirigenti del Partito Democratico, eccetto Paolo Gentiloni e Pina Picierno, hanno sostenuto la segretaria Elly Schlein contro il piano “Rearm Europe” di Ursula Von der Leyen. Sebbene ci sia un importante ex dirigente del partito che si oppone a questo atteggiamento, attualmente è occupato al Quirinale, affrontando le minacce legate alla guerra ibrida russa. Il PS offre una posizione contraria a quella del PD, affermando che il piano della Commissione europea è solo un punto di partenza. Tuttavia, i dirigenti del PD sembrano più interessati a una resa pacifista verso il Movimento 5 Stelle anziché a considerare le conseguenze della loro decisione, che potrebbe mettere a rischio non solo la salvezza dell’Ucraina, ma anche quella dell’Europa. Questa posizione è ulteriormente complicata dalla mancanza di unità tra le forze del centro-sinistra, con leader come Matteo Renzi ed Emma Bonino che, pur avendo una posizione ideologicamente più europea, sostengono ancora il dialogo con il M5S.

La distanza tra le scelte strategiche cruciali dell’Europa e l’opportunismo della sinistra italiana è notevole. Potrebbe sembrare che, mentre l’Occidente è minacciato, il PD prioritizzi la sua alleanza interna rispetto alla sicurezza dell’Europa. La situazione è attribuibile a una cecità politica che impedisce di affrontare la gravità dei cambiamenti in corso. La sinistra italiana mostra un paradossale attaccamento al potere e alla stabilità, ignorando il fatto che l’odio verso l’Occidente non è solo un retaggio del passato, ma anche una visione attuale. La resa pacifista del PD è quindi vista come un grave errore che potrebbe avere conseguenze durature.

ARTICOLI CORRELATI

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

PIÙ POPOLARI