Non c’è pace nemmeno tra le mura di un convento e un episodio recente lo dimostra in modo ironico. Una suora di 35 anni, originaria del Madagascar, ha scelto di abbandonare preghiere e rosari per dedicarsi a prelievi bancomat. È accusata di aver derubato la madre superiora del convento di Albaro, a Genova. Non si tratta di un furto motivato dalla necessità, ma di una vendetta tipica di rivalità tra coinquiline.
I fatti si sono verificati la scorsa estate, quando la suora avrebbe colto un momento di distrazione della madre superiora per rubarle il bancomat. In pochi minuti, ha effettuato due prelievi per un totale di 1000 euro. Tuttavia, le sue intenzioni criminali si sono arenate di fronte alle telecamere della banca. Ripresa durante i prelievi, è stata rapidamente identificata grazie alla registrazione video.
Secondo l’avvocato della religiosa, Matteo Carpi, il furto è stato motivato da una vendetta legata alla rottura di un’amicizia tra la suora e la madre superiora. Questo evento ha rivelato una faida in un contesto ecclesiastico, dato che in passato erano amiche, ma il legale non ha fornito ulteriori dettagli sulla causa della loro rottura.
La suora ha ammesso il furto, ma non ha ancora restituito il denaro e sembra non averlo speso in acquisti di lusso. Attualmente, rischia di dover affrontare un processo per furto. Mentre si attende il verdetto, una domanda rimane in sospeso: “Che fine ha fatto il settimo comandamento?”. Questo evento ha sollevato interrogativi sulla moralità e le relazioni all’interno della comunità religiosa, evidenziando come anche in un ambiente di devozione possano emergere conflitti e comportamenti illeciti.