I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono definiti malattie del nuovo millennio, con un’incidenza doppia nel mondo dello sport, rispetto ad altre fasce di età e genere. Tra i più comuni ci sono anoressia, bulimia e binge eating, ma esiste anche la vigoressia, ossessione per la massa muscolare, particolarmente diffusa tra gli uomini. Questo disturbo è un’“anoressia inversa” caratterizzata da una visione distorta del proprio corpo e da un’ossessione per il fitness, che può portare a comportamenti pericolosi come un’eccessiva attività fisica e l’uso di sostanze dopanti.
Gli sport a maggiore rischio comprendono bodybuilding, boxe, wrestling, ginnastica artistica, danza e nuoto, dove la pressione per avere un certo peso o aspetto fisico è alta. Queste dinamiche di competizione possono alimentare un eccessivo perfezionismo e normalizzare comportamenti alimentari malsani. L’elevato livello di attività fisica richiesta dagli sport può portare a problemi di salute come disidratazione, lesioni e aumento del rischio di DCA.
Il Ministero della Salute italiano ha mappato 180 centri dedicati ai DCA nel paese, di cui 105 sono servizi pubblici e 27 privati accreditati. Questo numero è esiguo rispetto ai circa 3 milioni di persone che si stima soffrano di questi disturbi in Italia. La scarsità di risorse rende difficile il riconoscimento e il trattamento precoce dei DCA, specialmente tra gli atleti e coloro che praticano sport regolarmente.