Heinz Heydrich, tenente delle SS e fratello di Reinhard Heydrich, era ben lontano dal potere del fratello, generale e braccio destro di Himmler. Nel 1942, a 37 anni, Heinz aveva un ruolo modesto rispetto al fratello, noto come “la belva bionda” e “boia di Praga”, assassinato in un attentato il 27 maggio. Dopo la sua morte, Heinz ricevette documenti segreti che rivelavano crimini terribili legati alla Shoah e ai campi di concentramento, svelando la vera natura del “cuore di ferro” del fratello. Queste informazioni lo sconvolsero e lo spinsero a un’azione audace.
Inizialmente giornalista e editore della rivista “Panzerfaust”, Heinz decise di stampare falsi documenti per cercare di salvare degli ebrei, consapevole del suo legame di sangue con uno dei principali artefici della Shoah. Sebbene il numero di ebrei salvati tramite le sue azioni rimanga incerto, ci sono documenti che attestano almeno due salvataggi. La resistenza di Heinz non passò inosservata: nel novembre 1944, l’ufficio della Procura ispezionò la sua redazione, sospettando di pratiche fraudolente e cercando i documenti falsi.
Per evitare che la sua famiglia subisse la punizione collettiva legata al regime nazista, Heinz si suicidò il 19 novembre 1944, consapevole delle conseguenze delle sue azioni. Tra i cinque figli di Heinz, il maggiore, Peter Thomas, dedicò un libro alla sua infanzia all’ombra del potere del fratello. La loro storia rappresenta un contrasto tra il potere oppressivo e la resistenza individuale, anche di fronte alla verità più scomoda.